Piattaforme: PC, PS3,
PS4, Xbox 360, Xbox One
Genere: Sparatutto
Sviluppatore:
Sledgehammer
Distributore: Activision
Data uscita: 4 novembre
2014
Eccoci ad un nuovo Day
Zero, una nuova partenza
per il brand di Call of
Duty, giunto nelle mani
di Sledgehammer Games
dopo essere stato
palleggiato negli ultimi
anni, con risultati
altalenanti, dalle mani
dei ragazzi di Treyarch
e a quelle degli
sviluppatori di Infinity
Ward. L’arrivo di un terzo
team di sviluppo nella
serie ha avuto un
impatto importante, in
primis perché ha
regalato letteralmente
dodici mesi in più alla
produzione per numerose
migliorie ma anche
perché con un ciclo di
ben tre anni ora
bilanciamenti e dettagli
potranno venir curati
con la dovuta perizia.
Quest’oggi Call of duty
Advanced Warfare arriva
in tutti negozi e noi,
grazie ad un evento
review tenutosi la
scorsa settimana, siamo
già riusciti a giocare
tutta la campagna,
provare tutte le novità
del multiplayer e
mettere mano alla
speciale modalità co-op,
permettendoci di
arrivare pronti per il
giorno della release con
la nostra recensione.
Il mondo della stampa
videoludica negli ultimi
anni inoltre si è
evoluto e quindi,
esattamente come era
avvenuto con Destiny,
Spaziogames.it vi
proporrà per tutta la
giornata odierna ore e
ore di LIVE in diretta,
dove potrete vedere con
mano tutto ciò di cui
parleremo in questo
articolo. Mettetevi
comodi ordunque perché
ci stiamo per imbarcare
in una lunghissima
ventiquattro ore per gli
amanti degli sparatutto
in prima persona!
La campagna di COD è
sempre stata un elemento
distintivo per la serie.
Enormi corridoi
infarciti di nemici,
decine e decine di scene
spettacolari e una trama
sempre più di
frequentemente carica di
atti eroici e scene di
patriottismo ne hanno
fatto da pilastro
portante per più di
dieci anni e il lavoro
di Sledgehamer Games
non si discosta
minimamente dai classici
canoni del brand.
Ancora una volta ci
troviamo nel futuro, più
precisamente nel 2055, e
le forze militari
private sono ormai
diventate più efficaci
ed efficienti della
maggior parte degli
eserciti mondiali. La
Atlas è divenuta un vera
e propria potenza
internazionale e l’uso
della tecnologia più
aggiornata ha portato
alla creazione di un
super esercito di
soldati dotati di
esoscheletro agli ordini
di Jonhatan Irons, ricco
magnate e uomo dalle
incredibili influenze. Noi ci troveremo a
vestire i panni di Jack
Mitchell e, senza
rivelarvi troppo della
trama, ben presto ci
troveremo invischiati in
un mega conflitto
internazionale che ci
porterà a viaggiare per
tutto il globo tentando
di mettervi la parola
fine. Abbozzata in
questo modo la trama
potrebbe in realtà
sembrare banale e
prevedibile e.. beh a
dirla tutta anche
esplorandola a fondo non
troverete grandi spunti
interessanti. Purtroppo
dopo ben undici
capitoli, inventarsi
qualcosa di
completamente nuovo non
è un compito esattamente
facile e molti dei colpi
di scena risultano
leggibili con troppo
anticipo, lasciando al
giocatore troppe poche
sorprese. Sledgehammer
aveva promesso sotto
questo punto di vista
una cura spropositata e
se la forte critica alle
politiche internazionali
degli Stati Uniti si
riesce a leggere e
comprendere è la
storyline a mostrare più
volte il fianco. Alcune
incongruenze, alcune
scene ormai abusate nel
brand e una struttura
vista ormai decine di
altre volte non lasciano
respirare la storia come
ci si saremmo aspettati
e questo, sia chiaro,
nonostante una
recitazione e un
doppiaggio (quantomeno
quello inglese) di
ottimo livello. L’arrivo
di Kevin Spacey nella
serie indubbiamente è un
punto a favore per
Advanced Warfare anche
se forse, il suo ruolo
in House of Cards fa
presagire al giocatore
troppo presto come si
evolverà la trama.
Avremmo preferito quindi
un ruolo fresco e
completamente originale,
che potesse stupire, e
invece ci siamo trovati
con un personaggio
principale già scritto e
per questo forse di
minor impatto. I
comprimari risultano
essere semplici
macchiette,
difficilmente vi
appassionerete alla loro
storia o riuscirete a
creare un legame emotivo
con loro, anch’essi
invischiati in una
struttura narrativa che
non riesce minimamente a
farli emergere.
Per tirare le somme, la
campagna di Call of Duty
Advanced Warfare è
indubbiamente superiore
a quella vista in Ghost
lo scorso anno ma rimane
troppo ancorata al
passato, sfigurando
quando paragonata alla
varietà e ai bivi
narrativi offerti da
Black Ops II, secondo
noi la migliore di
questi ultimi anni.
Ad acuire questa
sensazione è forse anche
la struttura di gioco,
troppo improntata sulla
linearità e incapace di
lasciare libero il
giocatore. Ci troveremo
imbrigliati, sempre
costretti a seguire
qualcuno per
interminabili sezioni a
senso unico con un
alternarsi di alti e
bassi sinceramente
spiazzante.
Non mancano ovviamente
sezioni spettacolari e
adrenaliniche ma alcune
missioni ci hanno
letteralmente lasciati
basiti per la loro
banalità. Il problema
principale di quest’anno
è inverosimilmente
proprio l’introduzione
degli esoscheletri,
divisi in due categorie
nella modalità
singlepayer. Se nel
competitivo infatti i
giocatori potranno
personalizzare come
meglio credono
l’esoscheletro
applicando perks e
gadget a proprio
piacimento, durante la
campagna saremo
costretti a utilizzare
exo suit create ad hoc
che spesso non
presentano nemmeno le
funzionalità base di
questa nuova tecnologia.
Abbiamo trovato
altamente insensato
togliere la possibilità
di effettuare doppi
salti in una moltitudine
di missioni, limitando
così la mobilità del
giocatore, o ancora
inserire il cloacking e
la possibilità di
arrampicarsi solo in
determinate sezioni.
Quello che volevamo, e
che sarebbe stato
naturale dal nostro
punto di vista, era
poter scegliere un setup
che ci appagasse e
permettesse di optare
per un metodo di
approccio
personalizzato,
regalando così varietà
al tutto. Sledgehammer
si è un po’ persa da
questo punto di vista,
optando invece per una
struttura lineare che
non desse troppo spazio
al giocatore, sbagliando
secondo noi in maniera
clamorosa. Non stiamo
certamente dicendo che
manca la varietà,
infatti tra missioni in
stealth, a bordo dei
mezzi o di cecchinaggio
potrete davvero
sbizzarrirvi, solo che
speravamo di avere
quantomeno la libertà di
scelta.
Per un giocatore alle
prime armi e senza
grosse pretese il
singleplayer di COD può
divertire, questo è
indubbio, ma le circa
sei ore di campagna per
chi invece è un po’ più
navigato, non
rappresentano l’elemento
distintivo del
pacchetto, relegandolo
come sempre più spesso
accade in questi anni a
mera comparsa.
HITMAN:
ABSOLUTION
Genere: Azione
Sviluppatore: IO Interactive
Distributore:Halifax
Data uscita: 20 novembre 2012
Con Hitman siamo di
fronte ad un titolo che
comunque la si pensi ha
fatto la storia dei
cosiddetti stealth game
, diventando un simbolo
e generando una sorta di
idolatria nei confronti
dell’ ormai noto Agente
47, creato geneticamente
per essere il killer
perfetto. E’ il frutto
dell’ omogeneizzato dei
DNA dei peggiori killer
della Terra, senza una
particolare etnia, può
infatti operare in
qualsiasi paese senza
dare nell’occhio.
Hitman: Absolution è la
continuazione diretta di
Blood Money. L’agente 47
lavora per l’
International Contract
Agency, più comunemente
conosciuta come
l’agenzia. Questa entità
opera autonomamente, non
subisce influenze
politiche e non ha
affiliazioni con
mvimenti di alcun
genere, anche se coopera
con i servizi segreti di
tutto il mondo. Grazie
ai piani di Diana
Burnwood, 47 è riuscito
a scampare quasi per
miracolo alla morte
durante la sua ultima
missione. L’impassibile
assassino non sa però di
dovere la vita alla sua
compagna di mille
uccisioni, e viene
incaricato dall’Agenzia
di eliminarla, visto che
la donna è ormai
ritenuta una traditrice.
Comincia così una catena
di eventi che porterà il
sicario a doversi
occupare di una giovane
ragazza di nome
Victoria, legata a
doppio filo all’Agenzia
e più simile al
protagonista di quanto
si possa immaginare.
La quantità di cose che
è possibile fare in
Hitman è davvero
impressionante, o almeno
per chi non ha mai
toccato un gioco della
serie. Esistono infatti
modi molto creativi per
ammazzare i vostri
obbiettivi. Al giocatore
viene concessa una
liberà di azione
notevole, agevolando
coloro che amano le
avventure grafiche,
poiché la soluzione, non
di rado, è raggiungibile
solamente aguzzando
l’ingegno, anche se
nessuno vi vieterà di
imbracciare il fucile di
precisione ed usare le
solite “buone maniere”
oppure utilizzare il C4
e nasconderlo sotto una
macchina da fare
esplodere a distanza,
usare i cavi della
corrente collegandoli ad
un reticolo ed
aspettando che la
vittima la tocchi,
mettere dell accelerante
nel barbecue, il tutto
al fine di far sembrare
casuale la morte della
vittima.
Il travestimento in
Hitman è sempre
importante, ma in
Absolution lo è a
maggior ragione,
cambiarsi d’abito per
passare inosservati è
una delle cose
fondamentali del gioco,
ma bisogna farlo
passando sempre
inosservati e senza
lasciare nulla la caso.
In certi punti del gioco
sarà molto utile
utilizzare l’istinto,
una sorta di abilità
sovrumana che ci
permetterà di camuffarci
anche in situazioni
limite.
Il lavoro fatto dagli
IO Interactive a
livello tecnico è
seriamente degno di
lode. Hitman:
Absolution non solo
è un bel gioco, ma vanta
anche alcune tra le
ambientazioni più
dinamiche e ricche di
vite che abbiamo mai
visto. Tantissime delle
zone visitate da 47
saranno piene zeppe di
persone, e non statici
manichini senza vita,
bensì masse in movimento
continuo, che ravvivano
alla grande le
locazioni. L’effetto è
stato ottenuto con un
sapiente uso di routine
scriptate e I.A.
reattiva, la cui unione
rende lo svolgersi delle
missioni prevedibile
dopo alcune ripetizioni,
ma allo stesso tempo
molto dinamico a seconda
delle azioni compiute.
Tale aspetto aumenta a
dismisura la
rigiocabilità del
titolo. Notevolissimo il
sonoro, con doppiaggi di
qualità impeccabile in
lingua inglese (ci sono
alcuni nomi di prestigio
nel cast originale). Il
doppiaggio italiano è di
buon livello, ma abbiamo
notato ancora una volta
dei problemi di
sincronizzazione tra
labiale e parlato.
Hitman:
Absolution
vive! IO Interactive ha
centrato perfettamente
l’obbiettivo riuscendo a
mettere insieme il
meglio della serie…a voi
l’ardua sentenza
BATTLEFIELD 4
Genere: Sparatutto
Sviluppatore: DICE
Distributore: EA
Data uscita: 31ottobre 2013 - 21 novembre 2013 (XONE), 29 novembre 2013
(PS4)
VAI AL SITO UFFICIALE PER VEDERE IL TRAILER
Questa versione di
prova di Battlefield 4 offre solamente la mappa Assedio di Shanghai
nelle due varianti di gioco Domination e Conquest. La differenza tra
queste due modalità non è abissale, salvo il fatto che la prima, già
comparsa ai tempi di Battlefield 3: Close Quarters, altro non è che una
versione ridotta della seconda con un numero di ticket e di basi
inferiori e una maggiore frenesia nell'azione, data anche
dall'azzeramento del tempo di respawn dopo la morte e da una velocità di
conquista molto più rapida. Se in Conquista si poteva infatti avere
qualche secondo di respiro dopo essere stati uccisi da un nemico per
riorganizzare al meglio la propria strategia, in Domination sarete
subito pronti all'azione, e dovrete letteralmente lanciarvi sulle basi
scoperte per evitare il dominio della fazione nemica.
In questo senso ci viene in aiuto la nuova interfaccia pre-respawn, che
a nostro avviso presenta numerose migliorie rispetto a quella del
capitolo precedente. Finalmente DICE ne ha realizzata una degna di tale
nome, che presenta come sfondo la mappa di gioco ben dettagliata con
tutti gli utenti e i veicoli attualmente in battaglia, e nella parte
inferiore un riquadro video con il quale è possibile vedere cosa sta
accadendo in una base specifica o vicino al proprio compagno, per
determinare la migliore posizione di respawn. Nella parte superiore
della schermata non manca ovviamente la possibilità di scegliere la
propria classe tra le quattro disponibili e di modificarne
l'equipaggiamento, mentre dall'angolo superiore destro è possibile
richiamare un Battlelog in forma ridotta e consultare, ad esempio, la
propria lista amici. Rispetto ai precedenti capitoli, la prima
cosa che balza all'occhio sono sicuramente le migliorie apportate al
cover system come lo zoom peek (già comparso in altri sparatutto) che
consente di sporgersi ai lati di una colonna o di un pilastro
semplicemente tramite la pressione di un tasto e si rivela un'ottima
aggiunta soprattutto nei combattimenti più ravvicinati o durante le
sparatorie più intense, dove il semplice accovacciamento potrebbe non
rivelarsi propriamente adatto. Per quanto riguarda le meccaniche di
combattimento compare inoltre il counter knifing, che, come facilmente
deducibile dal nome, permette agli utenti con dei buoni riflessi di
contrattaccare durante l'accoltellata nemica, e i vari Field Upgrade
(già comparsi in Battlefield 2142), che vanno a sostituirsi ai
potenziamenti di squadra presenti in precedenza e puntano molto sul
gioco di squadra: una volta selezionato il perk dalla schermata di
personalizzazione, giocando insieme agli altri membri del proprio team e
svolgendo determinate operazioni si potranno sbloccare degli effetti
collaterali, che andranno per esempio a velocizzare lo sprint,
l'efficacia dell'armatura o il quantitativo di munizioni a disposizione.
Ovviamente tutti questi benefici non saranno eterni, e nel caso in cui
morissero tutti i 5 membri della nostra squadra sarà necessario
ricominciare da uno step precedente. Sempre nell'ottica di spingere gli
utenti a rimanere uniti e a collaborare durante la partita, DICE ha
apportato delle modifiche anche al sistema di attribuzione punti e kill:
in precedenza uccidendo un nemico insieme a un proprio compagno di
squadra c'era il rischio che uno dei due rubasse l'uccisione all'altro,
ma in questo capitolo, molto probabilmente solo in determinate
circostanze onde evitare che gli utenti ne possano abusare, l'uccisione
verrà attribuita a entrambi i giocatori.