Hardware consigliato
-PIII/Athlon 1Ghz o 1.2Ghz Celeron/Duron
-Scheda grafica da 32 MB AGP con supporto hardware transform & lighting
-DirectX 9.0
-Sistema Operativo Windows 98/ME/2000/XP
-1,5 GB di spazio libero su Hard Disk
Sviluppatore: Interno
Genere: Avventura
Software House: Revolution Software
Sistema: PC
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando George
Stobbard, americano a Parigi, si lasciava invischiare per la prima volta in
un'oscura storia di Templari e faceva la conoscenza della bella giornalista
Nicole... Questo terzo episodio si è fatto attendere, ma ne valeva la pena
perché si tratta di un lavoro eccellente sotto ogni punto di vista. Uno di quei
giochi che lasciano il segno e che vorremmo vedere più spesso nella nostra
ludoteca
Negli ultimi anni c'è stato un revival delle storie che
citano o che hanno per soggetto i Templari, non solo nei videogiochi ma anche in
campo letterario. In effetti l'argomento è intrigante, fitto di misteri quanto
basta per scatenare le fantasie, e denso di riferimenti storici per le
contrastate vicende che hanno interessato questo ordine cavalleresco.
Il nome dei Templari è legato soprattutto a due elementi: la ricerca del Graal e
del famoso tesoro, molto favoleggiato ma mai ritrovato.
Nel nostro caso i Templari c'entrano solo marginalmente ma sono comunque una
costante, insieme all'antico Egitto, alle civiltà precolombiane, a Stonehenge ed
altri posti topici, fonti inesauribili di misteri esoterici che affondano le
loro radici nella notte dei tempi.
Il fatto è che l'uomo moderno, con tutta la sua tecnologia, non è ancora
riuscito a trovare la chiave di molti interrogativi sulle antiche civiltà e così
esorcizza questa “notte della conoscenza” ricorrendo all'immaginazione, cercando
di riempire con ricostruzioni storico-documentali opinabili i vuoti del sapere.
Questa tendenza è stata assunta a piene mani nei giochi d'avventura, creando una
contaminazione tra basi storiche reali e sviluppi fantasiosi e il risultato di
questo connubio dà vita talvolta a piccoli capolavori del genere quale appunto
The sleeping dragon.
Sappiamo dagli episodi precedenti che Gorge e Nico si sono separati: lui è
tornato in America per curare il padre gravemente malato.
L'avventura inizia con un filmato spettacoloso: un aereo (uno “scassone” in
realtà) vola in un cielo sereno librandosi sopra la jungla congolese quando un
fortunale repentino ed imprevisto lo fa precipitare con i motori in fiamme
lasciandolo in posizione precaria, dondolante sul ciglio di un burrone. Primo
problema per Gorge Stobbard.
Intanto Nico, a Parigi (o meglio, la presunta Nico) uccide a sangue freddo un
esperto informatico che ha decifrato un antico documento per conto di
un'associazione che aveva richiesto i suoi servigi.
Le strade dei due, pur da punti così diversi, finiranno ancora per incrociarsi.
Il mondo è minacciato da una setta capeggiata da Susarro e dalla spietata killer
Petra che vogliono impadronirsi delle correnti energetiche che scorrono in
determinati punti della terra e che erano state scoperte e dominate dagli
antichi egizi attraverso la “Chiave di Salomone”. L'ordine dei Neo-templari, in
possesso della chiave, cerca di contrastarli ma saranno proprio Gorge e Nico a
riuscire nell'impresa.
I personaggi del gioco sono molti, tutti ottimamente caratterizzati sia nella
fisionomia sia nella personalità; l'informatico brufoloso Vernon, che scompare
subito dalla scena ma continua ad essere al centro dell'interesse. La sua
fidanzatina Béatrice, una squinzia tra il punk – dark – metallaro che in ultima
istanza sembra una cocotte senza cervello. L'amico di Nico, André, esperto in
decrittazione di manoscritti, un po' pavido e defilato, che resta abbindolato
dal prorompente sex appeal di Béatrice. Bruno, lo scienziato timoroso che
riscatterà i suoi errori sacrificandosi per la causa. Susarro e Petra, i due
cattivi che più cattivi non si può. Nico, la parigina un tantino snob, caparbia
e tosta quanto basta per tenere testa a Gorge e a chiunque la sottovaluti e
infine Gorge, temerario e scanzonato ragazzone americano che mantiene un dialogo
sempre sul filo dell'ironia anche nelle situazioni più scabrose.
Oltre questi, numerosissimi personaggi di contorno, figuranti, comparse,
ciascuno con una personalità ben definita; prendiamo per tutti il colonnello
Butley, padre-padrone che cerca una “sistemazione adeguata” per la sua amata
figliola e la sorveglia come un mastino. Come immaginarselo diverso?
Nico e Gorge lavorano talvolta in tandem, altre da soli. In questo episodio la
funzione di Nico è cresciuta molto rispetto al primo episodio dove rivestiva
semplicemente un ruolo da spettatrice.
Naturalmente la storia ne guadagna anche perché si tratta di un gioco
lunghissimo, pertanto variare personaggio risulta più stimolante. Abbiamo detto della lunghezza: alla fine di ogni episodio ci si aspetta di aver
“svoltato” e invece ne segue un altro e poi un altro ancora; c'è da dire che gli
sviluppatori non si sono risparmiati e che la quantità non va davvero a
discapito della qualità. Tutti gli episodi sono realizzati con la medesima cura,
tutti riservano al giocatore “sorprese” scenografiche, tutti sono ugualmente
interessanti e avvincenti.
Il gioco è un misto di avventura e di arcade. L'azione del gioco avviene tramite
tastiera, con un'interfaccia che potremmo definire “originale” ma non
semplicissima da capire e da gestire e questo è forse un neo del gioco. Infatti
durante l'azione, in alcuni episodi, viene richiesta la massima rapidità di
esecuzione; le frecce direzionali e la macchinosità dell'inventario, dell'uso
degli oggetti o dell'associazione degli stessi rende il tutto molto più
complicato del necessario costringendo a ripetere l'azione più e più volte. Per
fortuna non si muore mai del tutto in quanto il gioco riprende automaticamente
dall'inizio dell'azione non riuscita, ma nel contesto di un gioco così lungo era
preferibile un'interfaccia più semplice.
Per converso diciamo che si tratta di un gioco “buonista”: gli sviluppatori sono
stati questa volta amichevoli con i giocatori. Il gioco non è di ardua
soluzione, tutt'altro. Spesso le soluzioni sono suggerite dagli stessi
protagonisti e anche laddove sembra inizialmente di non riuscire a superare le
difficoltà, alla fine ci si accorge che era meno difficile del previsto.
Non vi sono puzzle complicati. Niente rompicapo o decrittazioni cervellotiche:
qui tutto è logico e di immediata comprensione. I problemi incontrati dai
protagonisti consistono maggiormente nel trovare il modo di entrare o di uscire
dalle stanze e a questo proposito è stato ripescato un vecchio e glorioso
giochino, il Sokoban, il facchino che deve spostare le casse fino a collocarle
tutte in un certo modo. Gorge, poveretto, compie sforzi immani per trascinare
enormi cubi di pietra al fine di costruire scale su cui arrampicarsi per
giungere alla scappatoia.
L'azione è facilitata anche dai punti luminosi che si accendono quando c'è
qualcosa da fare; in questo caso l'interfaccia offre le opzioni tra cui
scegliere. Inizialmente ci si è trovati in difficoltà quando si accendevano due
luci insieme e l'azione dava riscontro sull'una ma non sull'altra ma alla fine
si è scoperto che in questi casi si deve agire sul tasto “Pag” per aumentare la
luminosità di una delle due e su quella concentrare l'azione (non sempre si
leggono i libretti di istruzione...).
Ora veniamo alla grafica: semplicemente splendida. Certo, rispetto al primo
episodio se ne sono fatti di progressi, ma non sempre questi progressi sono
messi a frutto dagli sviluppatori come lo sono stati in questo gioco. Visioni
panoramiche (abbiamo già citato quella iniziale) avvolgenti, schermate luminose
anche negli interni dove le pupille non debbono suicidarsi per cercare un
indizio; ambienti ricchi, curatissimi in ogni particolare, dai pavimenti, alle
decorazioni, agli arredi. Tutti interamente esplorabili anche dove non serve.
Godibilissime le espressioni dei personaggi, sempre azzeccate, veristiche,
caratteriali. Gorge porta la stessa maglietta e gli stessi pantaloni dall'inizio
alla fine. Ci parla anche dei suoi boxer, ma non ce li fa vedere. Nico si cambia
quando va in esplorazione; allora la vediamo in versione Lara Croft.
Entrambi correttamente disarmati, risolvono i loro problemi con qualche pugno
quando proprio serve, ma non mancano scene cruente per altro del tutto innocue.
Vogliamo citare anche una raffinatezza dei grafici: quando il giocatore, incerto
sul da farsi lascia i personaggi immobili, i due protagonisti sbadigliano, si
grattano la testa, si stiracchiano come a dire: ehi, ti decidi?
Le musiche sono la ciliegina sulla torta: un'orchestra in piena regola
accompagna l'azione in ogni istante sottolineando a pieni timpani i momenti
cruciali, i momenti di tensione, di pericolo, di dubbio. Il doppiaggio in
italiano rende merito ai nostri doppiatori, considerati i migliori del mondo,
che dimostrano la loro professionalità anche in questa circostanza. L'unica
perplessità a questo proposito, sta nella scelta di far parlare tutti i
personaggi francesi con l'accento francese. Insomma, l'accento parigino doppiato
da un italiano risulta quanto meno piuttosto ridicolo (tipo “nspector Cluzot”
della indimenticata Pantera rosa, per intenderci) malgrado gli sforzi della “r”
blesa o moscia e tutto il resto. Forse avrebbero fatto meglio a farli parlare in
un corretto italiano come gli altri personaggi.
In conclusione: una trentina di ore di puro divertimento con un gioco che ha
tutti i requisiti di un film di animazione e che vi terrà incollati al computer
fino alla gloriosa conclusione
In collaborazione
con la rivista online Game da oggi potrai scaricare gratuitamente la
rivista e leggerla tranquillamente sul tuo pc ogni 15 del mese.