War! What is it good for? (absolutely…. Nothing!)
Electronic Arts ha raccolto la sfida e ora siamo spiritualmente pronti a un
futuro decennio di giochi ambientati in Vietnam, ma è meglio godersi la novità
finchè siamo in tempo ed assaporare questo nuovo titolo, seguito del più che
famoso “Battlefield 1942”, che ci porta sui campi di battaglia della penisola
indocinese. Non ci si trova nelle anguste foreste del Vietnam montano di
“Vietcong” qui, bensì EA ci guida per mano a prendere parte alle grandi
battaglie tra truppe statunitensi e esercito regolare Nord Vietnamita, il
famoso NVA. Dalla valle Ia Drang, alla città di Qan Tri prenderemo le armi per
rivivere uno dei conflitti più importanti del Ventesimo Secolo, il tutto alla
maniera dei DICE (la software house, n.d.r.), ovviamente.
Wild thing! You make my heart sing!
Non appena si carica il gioco si nota subito un particolare, una certa cura
che mancava in Battlefield: 1942 ora sembra ornare il nuovo titolo DICE e lo
si vede a partire dal menu di gioco. Grafica accattivante, musica in tema e un
approccio all’interfaccia meno scarno, senza risparmiare sull’accessibilità.
In gioco la sensazione è la stessa: il nuovo motore grafico non impressiona,
specie se confrontato con quanto ci riserverà la prossima stagione estiva, ma
è di sicuro impatto e traccia un confine ben preciso con il passato. Le figure
deformi che correvano su livelli “a tavola da biliardo” sono scomparsi, ora le
mappe godono di un buon dettaglio, una discreta complessità e texture
all’altezza della situazione. Dal canto loro i soldati si sono evoluti in G.I.
Joe pieni di muscoli e mascelle digrignanti. I modelli delle armi non fanno
assolutamente rimpiangere Call of Duty o Vietcong, ma anzi sono ben
texturizzati e presentano delle ottime animazioni, i veicoli sono ricchi di
poligoni e si muovono decisamente bene (ottima la fisica degli elicotteri).
L'unica nota ironica: lasciano trasparire un aspetto un po’ “plasticoso” che
unito al look “G.I. Joe” degli uomini, vi darà l’impressione di giocare con i
soldatini in spiaggia. Niente di negativo, in ogni caso, solo una questione di
“feeling”.
I livelli non sono interamente ambientanti nella giungla, anzi a dire il vero
di giungla ne vedrete molto poca e pure se presente non raggiunge i livelli di
dettaglio raggiunti da altri titoli. D’altra parte l’obiettivo di BF: Vietnam
è di rivivere le grandi battaglie campali della guerra, avvenute generalmente
molto al di fuori delle intricate aree boschive del nord del paese. In ogni
caso è ovvio notare il buon lavoro svolto dal team sulla realizzazione di un
ambiente naturale sufficientemente efficace, bello e non troppo pesante per
l’hardware dei giocatori a patto che scendiate a compromessi con le chicche
estetiche offerte dalle Directx9 e che sopportiate i numerosi problemi di
stabilità di cui l’engine soffre sulle schede video ATI, probabile risultato
di un eccessivo zelo nel rispettare le date di uscita del titolo. Parlando
invece di design dei livelli non è facile farsi un’opinione d’insieme:
quattordici livelli non sono tantissimi e molto spesso, a causa della nuova
modalità “Evolution” (semplicemente i punti di ogni team vengono portati da
una mappa all’altra e si vince sommando il risultato di più battaglie), che si
affianca alle già conosciute “Assault” e “Conquest”, accade che la stessa
mappa venga riproposta con solamente alcuni cambi estetici (per esempio ad
un’ora del giorno differente) e una disposizione dei waypoint alternativa e
parlando di mera quantità questa cosa non gioca sicuramente a favore del
prodotto. Le mappe sono sufficientemente ben studiate in modo da creare sempre
più spesso un unico fronte di combattimento e cercando di disperdere i
giocatori il meno possibile, inoltre le ambientazioni urbane offrono spunti di
gioco tatticamente interessanti e generalmente riescono a ricreare l’atmosfera
cinematografica di titoli come “Full Metal Jacket” (uno a caso…).
And my dear mother left me when I was quite young…
Il Flower Power, la riscoperta del blues da parte dei bianchi hippy,
l’esplosione del rock, dell’R&B eccetera. Gli anni della guerra in Vietnam
corrisposero a quelli di una micidiale e irripetibile deflagrazione musciale.
Electronic Arts non poteva non cogliere la palla al balzo per aggiungere un
tocco di spettacolarità in più al titolo e così ecco fioccare fior di licenze
per una valanga di brani indimenticabili che… “fanno molto Vietnam”. Montare
su uno Huey, avviare i rotori e sparare a palla “Fortunate Son” dei Creedence
Clearwater Revival è d’una soddisfazione unica. I brani sono una quindicina e
potrete ascoltarli anche in multiplayer mentre guidate un veicolo qualsiasi,
otlre a ciò è presente un’apposita cartella per inserire in-game anche gli mp3
personali, ascoltabili, in questo caso, solamente in locale. E’ solo un tocco
di classe questo, ma giuro rende metà dell’atmosfera del titolo. Spargere
morte e distruzione ascoltando Wagner è un qualcosa di impagabile, quasi come
ascoltare Little Richard su uno Huey mentre Jesse Ventura sputa tabacco sui
vostri anfibi (chi si ricorda Predator?). Gli effetti sonori fanno il loro
lavoro in modo egregio, ma dal punto di vista tecnico sembra sia stato fatto
qualche passo indietro: tra settaggi del buffer audio non perfetti e qualche
incompatibilità con i driver Creative potreste avere più d’un grattacapo, fino
ad arrivare a fastidiosi crash di sistema.
I fought the law and the law won!
Tanti nuovi veicoli e armi anni ’70 vi aspettano sui paludosi campi di
battaglia dell’Indocina. L’armeria è fornita, ottima nell’aspetto e nel
funzionamento e soprattutto molto più letale dell’assortimento presentato in
Battlefield: 1942.
Le classi sono state rinnovate e riviste in funzione di un gameplay migliore e
con ruoli più definiti, ottime le nuove abilità dei genieri, come per esempio
la possibilità di montare dei mortai da campo, scavare gallerie per ottenere
dei waypoint mobili oppure piazzare trappole e sabotare i veicoli nemici. Il
modello dei danni è vagamente più realistico, morire è molto più facile e
comincia ad essere necessario, nonostante la permanenza dell’approccio arcade,
trovare adeguate coperture durante gli scontri a fuoco. I veicoli sono
presenti in numero decisamente ridotto (ma questo non è necessariamente un
male, piuttosto una scelta di game design) e offrono numerose funzioni
innovative come la possibilità per gli elicotteri di sollevare con un gancio
di traino i veicoli a terra, e la possibilità per i passeggeri di sparare
liberamente dai veicoli in movimento, trasformando anche la vecchia jeep in un
utile mezzo d’assalto. I veicoli vengono dunque promossi a pieni voti, a parte
forse un’eccessiva fragilità dei corazzati, ma il bilanciamento delle classi
presenta una curiosa anomalia: come può un uomo portarsi dietro 15 chili di
mitragliatrice M-60 (un’arma generalmente manovrata da almeno due persone)
ultraprecisa anche sulla media distanza, che spara miliardi di colpi ed avere
la forza di portarsi ancora in spalla una manciata di lanciarazzi?
Questo è il curioso dilemma che non ha perturbato le menti del team DICE
realizzando la "Classe Antitank" dell'esercito americano. Il risultato è
scontato: questa sorta di macchina della morte umana è la classe più
inflazionata sui server, ci si augura una pronta correzione a mezzo patch.
Commenti finali
La ricetta EA, dunque, si rinnova: dopo due anni, due espansioni, un sacco di
mod sulla rete e migliaia di giocatori ogni giorno ad affollare server,
Electronic Arts ritenta il colpo e c’è la probabilità che ci riesca. Il
problema maggiore di quest’ultima incarnazione di Battlefield è costituito dai
numerosi problemi tecnici che sono stati riscontrati e l’impressione è che la
lezione di BF:1942 non sia servita a niente. Abbiamo tra le mani un altro,
potenzialmente, ottimo titolo in attesa urgentissima di patch: i server sono
già tantissimi ed esplodono di giocatori. Purtroppo è difficile ignorare i
succitati problemi tecnici e quando ci si mette in mezzo anche il lag generato
da un netcode ancora immaturo, viene veramente da chiedersi se a stendere il
codice sia stato lo stesso team del titolo precedente. E’ un vero peccato,
perché la saga di Battlefield cresce con questo nuovo titolo e guadagna in
giocabilità con un “fattore divertimento” decisamente sopra la media dei
titoli in circolazione. Paradossalmente il suo principale avversario è proprio
il suo antenato Battlefield: 1942 che continua ad affollare i server e che, ad
oggi, offre un codice di rete molto più maturo e stabile. In fin dei conti
dovrebbe essere sufficiente aspettare la prima patch per poter incoronare il
nuovo re degli arcade online.
Hardware consigliato
-PIII/Athlon 1Ghz o 1.2Ghz Celeron/Duron
-Scheda grafica da 32 MB
-DirectX 9.0
-Sistema Operativo Windows 98/ME/2000/XP
-1,5 GB di spazio libero su Hard Disk